Relatione autentica Mandata dalli prelati, vicerè, cancelliere maggiore, e secretario dello stato dell’Indie alla Maestà Cattolica Intorno alli Maomettani orientali, che per misericordia di Nostro Signor’Iddio col mezo de frati dell’ordine Eremitano di Sant’Agostino del Regno di Portugallo, riceverono l’Acqua del Santo Battesimo nell’anno MDCII

[p. 3] In Monbaza, ch’è nella costa di Melin, nell’istesso Anno [1602], per mezzo di padre fra Sebastiano di Santa Monica, e delli suoi compagni, furno dalla misericordia d’Iddio convertiti alla fede, e battezati 442 persone adulte d’ogni conditione, fra le quali si convertì un signore principalissimo parente molto propinquo del Re di Pati: e dui signori di gran qualità, parenti stretti del re di Ampassa, i quali sono sostentati dagli medesimi religiosi di Sant’Agostino, con gran riputatione nel grado loto, insieme con altre persone che ivi recevettero il battesimo; e così staranno, fin tanto che gli ministri del re cattolico dell’Indie provederanno ai loro bisogni, com’è consueto di Sua Maestà di sostentare tutti coloro, che vengono alla Fede Cattholica secondo i loro gradi, nei quali si trovavano prima.

Convertì la misericordia d’Iddio col mezzo di detti Padri tre signore parenti del Re di Melinde, alle quali dalli medemi padri con gran charità, e zelo si provede del vitto, aspettando occasione opportuna di maritarle con gentil’huomini portughesi conforme al grado loro.

Venendo a più gran credito la fama degli sodetti Religiosi di Sant’Agostino appresso la persona del Re di Pemba, e Pati, chiamatili a sé, dopo [p. 4] alcuni ragionamenti degli misteri della Santa Fede, della grandezza e santità della Sede Apostolica: fatto capace de suoi Sacramenti; piacque a Nostro Signore Dio illuminarlo, e persuaso, e instrutto, come conveniva, ricevè da loro l’Acqua del Santo Battesimo: e perché tra discorsi, s’era trattato delle virtù singolari, delle qualità rare, della grandezza suprema, e della pronta obedienza alla Sede Apostolica del Re Don Filippo III volè per sua devotione chiamarsi D. Filippo in segno di volerlo imitare.

[…]

Nel popolo di Sant’Andrea, ch’è nell’Isola di Goa, dove insegnano la dottrina Christiana gli detti frati di Sant’Agostino, battezzarono nell’istesso anno 380 persone: e dentro di questa città di Goa, convertì Iddio per mezzo loro un giovane maomettano d’età di venti anni in circa, il qual era re di Badaron, nipote del gran Magor, uno dei maggiori Principi del Mondo, e con diece altri dei primi di sua famiglia, riceverono il battesimo. Questo principe per divotione che portava a Monsignor Arcivescovo di Goa primate di tutte l’Indie, detto Frat’Alessio de Meneses, del medemo ordine di Sant’Agostino (di cui si scriverà a suo tempo) volle havere l’istesso suo nome, sì come haveva havuto l’essere spirituale, chiamandosi D. Alessio.

Nel Regno di Ormus, dove habitano gli religiosi dell’istesso ordine di Sant’Agostino, battezorno 300 anime tutti adulti, i quali furono vestiti dagli medemi religiosi all’usanza di Christiani, e sostentanti con la loro povertà.

Se bene non si pretende qui parlar, se non dell’anno 1602, del quale solo è la presente relatione, tuttavia per dar magior luce a quello che si scrive, è bene che si sappia qualmente l’anno innanzi del 1601 fu da Iddio illuminato a venir alla fede, mediante detti padri di Sant’Agostino, il principe herede del regno di Ormus, il quale per la gran devotione, che pigliò a i detti Frati per mezzo de quali fu da Iddio convertito, domandò con grand’istanza che si fosse dato l’abito Eremitano di Sant’Agostino. Ma li detti Padri considerato la grande utilità che verrebbe alla propagatione della fede, più essendo lui re, che frate, differivano darli l’habito, finalmente per consiglio del Vicerè, e dell’Arcivescovo sopradetto, considerando altri rispetti, e l’ardente voglia di detto Principe, l’hanno ricevuto all’habito, e di nuovo si scrive che già ha fatta la professione con grand’humiltà e notabilissimo essempio, e si aspetta anco habbia da fare gran frutto in quel regno.

Questo frate si chiama fra Girolamo Aioete, figliuolo unico di Xeque Aioete principe herede del Regno di Ormus, figlio di Turuxa Re, che hoggi vive: e succedendo questo Frate nel luogo del suo padre già morto, li viene il Regno.

[PRINT] Biblioteca Vallicelliana, L 22, Guglielmo Facciotti, Roma, 1606

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Author

Francisco Pereira (1567-1621), agostiniano

Year

1606

About the converted

Converted people: 1

The conversion

The conversion took place in Indie Orientali, Goa, Mombasa, Pemba, Malindi

Year: 1602

Mentioned names and figures:

Bibliography

C. Alonso, OSA, Miscellanea Missionaria Agostiniana (sec. XVII), in «Analecta Augustiniana», 1971, XXXIV. pp. 239-294.

Biblioteca Angelica – Roma

Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma
Biblioteca nazionale centrale - Roma

Esiste una traduzione francese pubblicata nel 1607 (https://goo.gl/VNaunA)

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