From Emmanuele Costa to Giovanni Rothaan 16/10/1845

Reverendo Padre

La sincerità con la quale ci dobbiamo diportare verso i nostri Superiori, e la sicurezza in cui voglio vivere di non appormi ai Divini voleri mi obliga[sic] a palesare alla Paternita Vostra Molto Reverenda un desiderio che con mi sordo più dal principio del Secondo anno del mio Noviziato, di andare cioè compagno a’ quei missionari che tutti s’empiegano nella propagazione del Vangelo fra i Teste piatte. Questo mio desiderio celai per quali due anni ai miei Superiori, il perché nol saprei neppur io ma all’avvicinarsi dell’epoca di quella novena a San Francesco Saverio che dicesi della grazia lo palesai al Padre Rettore in una coll’intenzione di chiederne a San Francesco per grazia in tale novena tale confidenza mi parve avere che imprestatomi mi fosse dal Santo una tal grazia che d’allora la tenni come sicura. È ciò tanto più perché il Padre. Rettore quando con lui mi consigliai sul dimandare a San Francesco tal grazia , chiedetela mi disse, e son sicuro che ve l’atterrà.

Ora dunque alla Paternità Vostra mi volgo, e quanto più

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caldamente posso una tal Missione lo dimando se ella crede essere di gloria di Dio. Che la volontà di Dio ella credette essere che io qui ivi rimanessi, o andassi in un altro luogo qualunque a esercitassi qualsiasi officio anche di Coadiutor Temporale per tutta mia vita Padre mio candidamene glielo dico sarei contentissimo.

A questa richiesta due motivi inoltre mi spingono: il primo perchè (come a me sembra) più largo campo mi si offrirebbe a saziare una data che ho della salute delle anime, sete che avea fin da quando io ero al Secolo anni più dalla prima mia gioventù, e la quale (lo confido alla Paternità Vostra candidamente) mi forzava a cecare le amicizie dei giovani ancor più perduti per riconduli come Iddio mi convisse più volte sul buon sentiero . il secondo perché sarò allora obligato[sic] a patire qualche cosa almen per necessità.

Io ben conosco che sfornito come sono presentemente di tutto quello che a di si gran cosa richiedersi non posso per ora neppur sperarla, ma fin da ora ho cercato bene di servirle onde presso alla Paternità Vostra. mi sia se non altro titolo sufficiente pur ottenerla l’anzianità.

Acciò abbia quando ella lo crederà, questa mia supplica il suo riuscimento io farò 10 Comunioni, e reciterò 10 corone per quelle anime del Purgatorio che alla Paternità Vostra Molto Reverenda piacerà suffragiare.

Nella speranza di ottener quanto chiedo baciandole ripetuttamente la mano , e raccomandandomi ai SS.SS.SS. la predo di benedizione

Di Vosta Paterità Molto Reverenda

Verona 16 ottobre 1845

Ultimo ed obbligatissimo Figlio in Gesù Cristo

Emmanuele Costa della Compagnia Di Gesù

[MS] Archivio Romano della Compagnia di Gesù, Ait 2, f. 676, Recto e Verso

Letter information

From Emmanuele Costa, Scolaro in Verona to Giovanni Rothaan, Preposito Generale in Roma;

16/10/1845

Case

Al molto in Cristo Padre Nostro

Il Padre Giovanni Roothaan

Preposito Genenerale Della Compagnia di Gesù

Roma

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«intende andare in qualsiasi luogo anche con il ruolo di fratello auditore»

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